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Bill Sienkiewicz, Moby Dick

Allucinato disegnatore di Daredevil ed Elektra nel miglior periodo di Frank Miller, innovatore radicale dei comics in un periodo di grande innovazione quale furono gli ‘80, fautore di una qualità pittorica allora inedita, Bill Sienkiewicz vanta nel suo curriculum anche il migliore adattamento di Moby Dick che mi sia capitato di leggere, forse il migliore possibile. E del resto era forse l’autore più adatto: al suo posto Dave McKean ne avrebbe dato un’interpretazione meno oscura, Mike Mignola una meno onirica (sarei tuttavia curioso di leggerle entrambe).
E mentre il nostrano Dino Battaglia ha preferito nella sua versione del capolavoro melvilliano concentrarsi sull’azione, creando la classica avventura per ragazzi, Sienkiewicz raccoglie e distilla anche i simbolismi più complessi di cui la prosa di Melville è ricca ad ogni capoverso, restituendo la profondità e lo spessore dell’originale in sole 48 tavole. Molti episodi sono risolti in un paio di vignette, con scelte spesso inattese ma straordinariamente efficaci; ai momenti più intensi tuttavia sono dedicate tavole intere. Nell’adattamento di Battaglia dominavano ovviamente gli azzurri, assieme ad un curioso ocra e ad ampie campiture bianche; Sienkiewicz invece usa il nero come colore di fondo, a rappresentare le profondità della stiva, degli abissi e dell’animo di Achab, e lo squarcia di vampe come tizzoni ardenti.
Alla parte testuale ha collaborato anche D.G. Chichester, il cui Daredevil sinceramente non mi era piaciuto molto a suo tempo; attualmente lavora per l’agenzia pubblicitaria Ogilvy & Mather, la stessa presso cui erano stati impiegati, prima di diventare quello che sappiamo, DeLillo e Rushdie.

La mia impressione è che nell’ambito degli adattamenti a fumetti questa graphic novel stabilisca uno standard. Da anni mi ripromettevo di procurarmi l’edizione originale, finché lo scorso settembre la Nicola Pesce Editore si è presentata al Treviso Comic Book Festival 2012 con l’edizione italiana.

Bill Sienkiewicz
Moby Dick
pp. 48
Nicola Pesce Editore, 2012

Giudizio: 4/5.