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Il testo è organizzato così: ad un’introduzione generale che illustra motivi, metodi e direttive dei viaggi durante il medioevo arabo, seguono dieci schede monografiche sulla biografia ed i viaggi dei più significativi viaggiatori arabi, ciascuna corredata da un brano scelto tra i resoconti dei suddetti.
Si va dal primo diario di viaggio a noi noto, del nono secolo, fino a Ahmed Ibn Magid, che nel 1498 fu pilota della spedizione indiana dei Lusiadi di Vasco da Gama. Come a dire: dal periodo d’oro in cui “il Mediterraneo era un lago arabo” (per non parlare dell’Oceano Indiano) all’inizio del colonialismo europeo, che avrebbe portato ad un nuovo capitolo della storia mondiale, non solo nel Vecchio Mondo.
L’argomento è molto interessante, e c’è di che trastullarsi scoprendo (per chi come me è ignorante in materia) l’estensione dei viaggi che durante i ‘secoli bui’ della civiltà europea portarono mercanti, pellegrini, diplomatici, uomini di cultura, persino prigionieri (!) arabi in un autentico Wanderlust attraverso tre continenti.
Non ho letto altri testi sul tema, e non ho l’autorità per sindacare sulle scelte operate dall’autore. Quanto al fatto di zippare intere bibliografie in sole cento&uno pagine, temo non ci sia via di mezzo: prendere o lasciare.
Personalmente mi sono divertito a leggerlo; sebbene rileggerlo, tentando di mandare tutto a memoria per l’esame di letteratura araba, sia stato meno spassoso. Ma la cosa più divertente è in verità la lingua usata dal Gabrieli, vetusta e ormai inusitata, che fa sorridere specialmente leggendo i brani in traduzione.
Dubito che il testo sia di facile reperibilità.
Perché mi prendo la briga di commentarlo?
Francesco Gabrieli
Viaggi e viaggiatori arabi
pp. 102, fuori commercio
Sansoni, 1975
Giudizio: 2/5.