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Sergio Toppi, L’arte di Sergio Toppi

Avevo scoperto Toppi nelle vecchie riviste italiane di fumetti, e naturalmente ne ero rimasto fulminato. Quindi quando ho avuto la possibilità di prendere a prestito questo volume non me la sono lasciata sfuggire.
Mi stupisce piuttosto che le lodi di questo artista non vengano cantate ai quattro venti. Toppi è un maestro, full stop.

Sharaz-De
La prima delle storie pubblicate, rivisitazione delle Mille e una notte.
L’arte di Toppi si dispiega subito in tutto il suo splendore: nella costruzione delle tavole, nella cura maniacale (ma dovrei dire magistrale) per i dettagli, nelle soluzione inedite & inaspettate. E che dire dell’incredibile varietà dei personaggi e delle loro caratterizzazioni?
L’introduzione del volume cita giustamente un commento di Mollica (una tantum misurato nei termini…): Toppi disegna come un intagliatore, come se le infinite volute di vesti, gioielli & palazzi fossero scolpite nel legno.
Non si può che rimanere a bocca spalancata ad ogni singola pagina, per le meraviglie che parrebbero impossibili a non averle sotto il naso. E quando si pensa di essersi assuefatti allo stupore, ecco le pagine aprirsi ai colori, come fiori tropicali (purtroppo in un solo degli episodi della storia). Sulla bellezza del risultato lascio giudicare ai colleghi lettori/lettrici. Posso semmai segnalare che l’uso del colore porta ad una costruzione più ‘canonica’ della tavola, con l’uso di vignette & riquadri; se non altro perché il colore riempie quegli spazi altrimenti bianchi su cui i personaggi si stagliano (espediente non nuovo ma quantomai efficace…).

Il Collezionista
Seguono tre avventure del Collezionista, l’unico personaggio di Toppi (apparentemente) a ritornare in più storie. Stilisticamente le soluzione sono meno ardite, sebbene personaggi & ambientazioni continuino ad uscire dalla pagina (tridimensionalmente, e non solo bidimensionalmente dalle rispettive vignette…). Narrativamente, vediamo il Collezionista spaziare impassibile (quasi sempre!) tra le ambientazioni più varie: rovine celtiche, tribù maori, castelli nei Carpazi, &c. &c.
In un certo senso il Collezionista è il Corto Maltese di Toppi; e in effetti come non affezionarsi ad un personaggio sempre impeccabile, cappello, gilet & cravatta (nonché orologio da taschino, suppongo), sotto qualsiasi clima e qualsiasi circostanza avversa?

Su questa edizione
Partendo dal presupposto che un’edizione popolare come questa ha lo scopo principale (di fare soldi, ok; ma oltre a questo) di diffondere l’opera di Toppi tra il grande pubblico, delle cui fila faccio parte anch’io; il formato ridotto non può che penalizzare delle tavole che sono veri capolavori. Per non parlare dell’impenetrabile decisione di decurtare Sharaz-de: altri volumi delle stessa serie erano ben più voluminosi!

p.s.: in un vecchio numero di Alteralter della primavera 1980 ho trovato un contributo di Toppi: si tratta proprio di uno dei due episodi di Sharaz-de che non compaiono nel volume.
Torno alla lettura…

Sergio Toppi
L’arte di Sergio Toppi
pp. 270
La Repubblica, 2004

Giudizio: 4/5.