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Ivica Djikić, Cirkus Columbia

Romanzo corale sugli anni ’90 della comunità croata di Mostar, in Erzegovina. La vita paesana scorre indolente, rivelando bonarietà e piccoli battibecchi ma anche acredini, vigliaccherie, ingiustizie. Si susseguono, non sempre in ordine cronologico, vari episodi della vita degli abitanti del borgo.
Nel corso degli anni vediamo tornare gli stessi personaggi, cresciuti e ben, o più spesso mal, invecchiati; il loro è un microcosmo che rispecchia gli eventi storici. La prima manifestazione antiserba (nel gennaio 1990, all’inizio del decennio) è così estemporanea e sconclusionata da far sorridere; ma rappresenta, in retrospettiva, il primo segnale degli anni a venire: quando l’intolleranza razziale e religiosa interromperà di punto in bianco le relazioni tra vicini, e perfino tra amici d’infanzia.

La narrazione collettiva, i vari punti di vista e l’alternanza di tecniche narrative (epistole, diari, resoconti in prima persona, ed una sorta di voce collettiva del paese) creano un affresco frammentato e sempre parziale, che spetta al lettore ricostruire attentamente. Solo in questo modo è possibile seguire le vicende dei singoli personaggi nel corso degli anni, scoprendo una profondità ed una complessità non immediate.

Uno degli espedienti narrativi più efficaci di Djikić è dare sempre un nome ai suoi personaggi (e immagino che, se ne sapessi qualcosa, saprei capire chi è serbo, chi musulmano &c.): di modo che spedizioni punitive, voltagabbana opportunistici, brutture assortite, ma anche gesti modestamente umani, siano compiuti sempre da persone specifiche, che il lettore ha imparato a conoscere. Non è forse questo che succede, nella vita vera? Il tuo migliore amico si arruola nelle milizie croate e tu smetti di frequentarlo, perché sei musulmano.

Il film
Dal romanzo del 2003, il bosniaco Danis Tanović ha tratto nel 2010 un film omonimo, presentato anche alla Biennale di Venezia. Ho trovato molto significativo che la trasposizione di un romanzo croato fosse diretta da un bosniaco, con una produzione serbo-sloveno-bosniaco-franco-crucco-inglese…

Zandonai editore
http://www.zandonaieditore.it/
Questo è il mio primo romanzo jugoslavo. Anzi, il primo slavo in assoluto, se escludiamo una manciata di russi. L’editore è stata una scoperta per me (sì, lo so che ero l’unico a non conoscerlo ancora): splendide copertine, progetto grafico molto curato, traduzioni di qualità. Ho scoperto anche che la biblioteca cittadina ha molti volumi del catalogo della Zandonai: ne approfitterò nelle mie scorrerie balcaniche prossime venture.

Ivica Djikić
Cirkus Columbia (2003)
traduzione di Silvio Ferrari
pp. 136, €13,5
Zandonai,

Giudizio: 4/5.