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Matteo Codignola, Un tentativo di balena

Un libro delizioso, sorretto da una prosa originale & seducente. Ho l’impressione che se dovessi scrivere un libro sarebbe molto simile a questo, per spirito, tono, uso delle fonti. Ma questo non interessa a nessuno.

Il casus belli è Una tazza di mare in tempesta, lo spettacolo che Roberto Abbiati ha tratto da Moby Dick, quasi suo malgrado, come risultato dell’accumulo di piccoli manufatti ricavati da oggetti di seconda mano: quello che ne deriva è uno spettacolo di 15 minuti, da rappresentarsi dentro una (apposita, ci mancherebbe) scatola, per 15 spettatori alla volta. Una riduzione radicale del capodoglio melvilliano.

Ma prima di arrivare a parlare dello spettacolo Codignola, irresistibile divagatore, ci accompagna in un lungo excursus sulla narrativa in miniatura, sulle storie più brevi mai raccontate. Scordandosi (volontariamente?) di menzionare il peraltro celebre romanzo in sei parole di Hemingway: “For sale: baby shoes, never worn”.
E poi ancora tutte le produzioni artistiche ispirate a vario titolo a Moby Dick, dalle illustrazioni di Rockwell Kent al film (ovviamente abortito) di Orson Welles, le riduzioni, &c. Aggiungendo ogni volta le ulteriori divagazioni del caso.

Solo nella seconda parte del libro (aperta da una citazione di Tom Waits che mi ha definitivamente confermato di aver trovato uno spirito affine) Codignola ci porta a teatro, ovvero nella scatola, per raccontarci la messa in scena di Abbiati. Che per l’occasione illustra il tutto con disegni deliziosi. Lo spettacolo è analizzato scena per scena, con tanto di durata in minuti e secondi.

La delicatezza, la sapienza scenica e narrativa di Abbiati sono disarmanti; facile immaginare perché Codignola si sia fatto ammaliare dal suo spettacolo. E perché abbia deciso di tenergli testa.

Matteo Codignola
Un tentativo di balena
illustrazioni di Roberto Abbiati
pp. 151, €13
Adelphi, 2008

Giudizio: 4/5.