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Lisa Mattiussi, La casa degli acrobati

Lisa2Premessa
Conosco personalmente l’autrice, che mi ha mandato il suo romanzo d’esordio accompagnato da una dedica lunga così. Ed è mio compito, per sua richiesta, dare un parere obiettivo e imparziale del libro, attenendomi al giudizio (citato nella dedica suddetta) che Yeats diede di Donne: “The more precise and learned the thought, the greater the beauty, the passion”.

Stile
Inizio dalla prosa perché mi è parsa il punto debole dell’opera. Si nota che l’autrice è alla costante ricerca del termine più adatto per definire l’oggetto della narrazione; ma si avverte anche un certo squilibrio tra un’aggettivazione fin troppo preziosa, ostentatamente fuori dall’ordinario, ed espressioni invece colloquiali, poco controllate. Una frase poetica funziona se ad una prima lettura passa inosservata o quasi, se si fonde con il brano che la contiene in modo che questo fluisca armoniosamente; se invece il lettore si rende conto di uno scarto di tono, c’è qualcosa che non va.
La prosa narrativa, ‘artistica’, dovrebbe avere una sua musicalità (e anche quella tecnica, per quanto mi riguarda; ma non pretendiamo troppo dai tecnici…).

Ho trovato intrigante l’idea di trascrivere i dialoghi come fossero un testo teatrale, con tanto di notazioni sul tono di voce; questo espediente poteva però essere sfruttato con più efficacia (o forse sono io ad avere aspettative troppo alte sulla commistione dei generi).
Penso invece che ci siano soluzioni migliori per mostrare una pausa in un dialogo che non la seguente:

“…”
“…”
Attesa.

In breve, ho avuto l’impressione di uno stile ancora acerbo, in attesa di venire ulteriormente affinato.

Trama
Il disegno generale è un po’ un classico degli scrittori della nostra generazione: la voglia di uscire dalla provincia italiana o dall’Italia provinciale; il loft londinese abitato da giovani cosmopoliti e più o meno eccentrici; l’India come ricerca del sé; il ritorno alle radici. In effetti, così riassunta (e sostituendo Londra con la metropoli di riferimento in un dato momento storico) pare un autentico topos della letteratura sul raggiungimento dell’età adulta.

La sezione dedicata all’India mi sembra ben riuscita, pur con qualche caduta di stile. Ho apprezzato che il romanzo scelga una parte del mondo e si dedichi a descriverla nel dettaglio, e soprattutto che lo faccia mediante il particolare, l’esperienza personale. Mi pare evidente che l’autrice si sia basata sulla propria esperienza, sulle sue sensazioni e riflessioni―d’altro canto non si scrive dell’India senza esserci stati, e Lisa è troppo intelligente per fare un errore simile.

La descrizione di Venezia a febbraio mi ha ricordato Brodskij, e non c’è da stupirsene; la Venezia invernale è brodskijana. Mi chiedo se Lisa conosce Fondamenta degli incurabili, perché alcune scene del suo romanzo paiono davvero tratte da lì: il concerto serale con un programma vivaldiano, il personaggio che nel mezzo dell’affollarsi delle maschere carnevalesche s’interessa solamente degli edifici perché sono statici…

Personaggi
Il più riuscito mi è sembrato Alba, l’anziana prozia della protagonista. A lei è riservato un ruolo tutto sommato minore, per quanto fondamentale, nell’economia della storia; eppure le sue sono di gran lunga le pagine più belle, quelle che davvero mi hanno commosso. Forse perché ho raggiunto (e superato…) l’età dei protagonisti, gli acrobati del titolo; mentre, avendo perso nonni e prozie, non mi resta che continuare a interrogarmi sui sentimenti che prova chi ha due volte e mezzo la mia età.

Mi torna in mente il saggio Letteratura e ideologia di Gao Xingjian, il primo premio Nobel cinese, che ho letto subito prima di questo romanzo. Gao sostiene che la qualità di un’opera letteraria dipenda dalla profondità con cui l’autore sa guardare la natura umana, e che questa profondità a sua volta sia un risultato dell’esperienza di vita dell’autore.
Ecco, sono convinto che rappresentare in maniera così toccante la terza età sia una dimostrazione di grande profondità.

Lisa Mattiussi
La casa degli acrobati
pp. 168, €11,5
Editing, 2003

Giudizio: 2/5.