“These fragments I have shored against my ruins”. T.S. Eliot legge The Waste Land. Qui il testo integrale. I frammenti con cui Eliot ha puntellato le proprie rovine provengono dalla letteratura europea, classica medioevale e moderna. Brandelli orfani e dispersi in quella Babele che a prima vista è il poema: una mezza dozzina di lingue, […]
Questo libro non è mio ma della biblioteca. Ed ho perso il conto di quante volte l’ho preso a prestito: settembre 2009, novembre 2010, maggio 2011, altre ancor prima. Sono in particolare sintonia con i poemi di Cummings (1894-1962), un anarchico ironico ed antimilitarista, timido e sensuale. Consigliatissimo a chiunque sia convinto/a che la poesia […]
Non è mai tardi per avere un’infanzia felice. “Queste storie furono scritte per la figlia di Cummings, quando era ancora molto piccina”. – Marion Morehouse Cummings “Questo volumetto a cura di Vanni Scheiwiller è stato impresso a Trezzano sul Naviglio dalla tipografia Locatelli & Figli in mille copie numerate il 22 febbraio 1975. COPIA n. […]
Pubblicato il 25 novembre 2011 su Cabaret Bisanzio. Nel 1931 Victoria Ocampo fondò a Buenos Aires la rivista Sur, che contava Borges e Bioy Casares tra i collaboratori e diventò un punto di riferimento per la letteratura latinoamericana. Sembra volersi rifare a questa tradizione l’omonima casa editrice italiana, che inaugura il proprio catalogo con tre […]
I chanced upon this in the library catalogue of my department at uni and thought ‘nice, something by Paul to read on the train’. Collected non-fiction pieces from NY papers & magazines. Some of it looked familiar and must have passed through my hands earlier in some other form; but since there are admittedly only […]
Il paese delle ultime cose è una città senza nome, la cui popolazione vive in condizioni spaventose. Il lavoro produttivo non esiste più, sostituito da una disperata economia del riciclo. Ne deriva una carenza cronica di cibo, vestiario, abitazioni. La città si ciba di se stessa, letteralmente. Il crimine è la norma, e non viene […]
A masterwork and a cornerstone. “Too bloody sixties”, say some. Do they also criticise 18th-century novels for being about horse carriages and evening balls? “Too bloody convoluted”, say others. Maybe it’s just me having (had to) read Henry James over breakfast at 26, but Pynchon, especially this one, doesn’t seem complicated to me at all. […]
Pubblicato il 9 luglio 2012 su Cabaret Bisanzio. Prontamente salutato dai titoli sensazionalistici della stampa come il primo film sull’attuale crisi economica, l’ultima prova di David Cronenberg è in realtà l’ennesimo attestato (dall’impeccabile tempismo, questo sì) alla capacità di DeLillo di leggere e interpretare il presente. Tanto il film quanto il libro del 2003 da […]
Pubblicato il 30 dicembre 2011 su Cabaret Bisanzio. Don DeLillo è un romanziere. Poche le interviste rilasciate, poche le apparizioni pubbliche (la sua timidezza è tanto leggendaria quanto fantomatica), nessun corso di scrittura creativa, nessuna delle attività collaterali tipiche del letterato statunitense. Se prescindiamo da una manciata di articoli e da una mezza dozzina di […]
All of DeLillo’s novels (all the ones I’ve read at least, 8 out of 15 plus three plays) have a closed, geometrical structure, overtly self-conscious. Not incidentally they never have an index. The one exception was White Noise, and with good reason: the deconstructed, wilfully episodic narrative was well served by the loose structure. Point […]